646_I PISTOLERI MALEDETTI (Arizona Raiders). Stati Uniti, 1965. Regia di William Witney.
William Witney, il regista de I pistoleri maledetti, era una delle tipiche rotelle del sistema
hollywoodiano: capace come pochi di adeguarsi alla bisogna, regista, aiuto regista,
montatore, attore, sia per il cinema ma soprattutto per la televisione.
Insomma, un lavoratore duttile. Ma non certo un autore nel senso generalmente usato del termine: e se si cerca una
sua cifra stilistica ne I pistoleri
maledetti, si rimarrà delusi. Arizona
raiders, questo il titolo originale dell’opera, è un western di serie B che non va oltre il mero
intrattenimento, legato solamente alla presenza del bravo Audrey Murphy
coadiuvato da Ben Cooper e Buster Crabbe. Nonostante il film esca nel 1965,
Witney non sembra risentire delle recenti influenze del genere, siano esse i
temi crepuscolari o addirittura quelli più espliciti degli spaghetti western, che già spopolavano. Il riferimento, oltre alla
consolidata impalcatura da B-movie,
sono piuttosto i film di oltre un decennio precedente che avevano per
protagonisti i fuorilegge, un filone che furoreggiò prima che il western si
consolidasse come genere classico per antonomasia, con eroi generalmente più smaccatamente
positivi. Non che in I pistoleri
maledetti ci siano al centro della scena moderni anti-eroi: l’eroe è sempre
il buono della storia, soltanto che
non è di stirpe nobile, come nei poemi della tradizione europea, ma è un
bandito, come da più prosaica e violenta prassi americana. Nel film si fa il
nome della banda Quantrell, ma il riferimento da cogliere è naturalmente
William Clarke Quantrill, criminale di guerra della peggior specie, alla guida
di una sorta di milizia confederata, durante
Gloria Talbot
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