1447_THE SOLAURNAUTS. Regno Unito, 1967; Regia di John Llewellyn Moxey.
Partorita dalla fertile penna di Roberta Leigh – la
polivalente autrice inglese che aveva creato, tra gli altri la serie Space
Patrol per restare giusto in tema di fantascienza – The Solarnauts venne
concepito come cortometraggio pilota per una eventuale nuova produzione ad
episodi. Il bizzarro film, per quanto anche divertente, non fu però ritenuto
abbastanza valido da indurre la Wonderama Production a mettere in
cantiere una serie televisiva e l’esperimento rimase quindi fine a sé stesso.
Effettivamente va detto che l’intera architettura – dal piano narrativo a quello
scenografico – fa acqua da tutte le parti ma va riconosciuta una certa autoironia
che poteva, con qualche rinforzo, essere un buono spunto di partenza. Per avere
un’idea di cosa sia The Solarnatus si può ipotizzare una sorta di via di
mezzo tra Star Trek e quei film di fantascienza un po’ naif, roba del
calibro di Plan 9 from the Outer Space (1959) di Ed Wood, per intenderci.
In ogni caso gli autori coinvolti non erano, almeno sulla carta, affatto male. La
Leigh aveva una fantasia fertile anche se in questo caso si affida ad una serie
di cliché fantascientifici abbastanza risaputi e non proprio originali. A
dirigere il cortometraggio è chiamato John Llewellyn Moxey, un regista molto
professionale e con una buona esperienza in ambito televisivo. Il cineasta
inglese era stato uno degli autori di punta della serie The Edgar Wallace
Misteries ma in questo caso riesce a ben gestire il tono
ironico-avventuroso della storia lasciandosi alle spalle le sue tipiche
atmosfere inquietanti. Tra gli interpreti, più che i due protagonisti David
Garfield (è Power) e Derek Fowlds (è Tempo) a lasciare il segno è Martine
Beswick (è Kandia). Martine era stata una Bond-Girl – e in ben due film, A
007 – Dalla Russia con amore (1962) e Agente 007 – Thunderball (1965)
– e nell’attillata tutina spaziale che sfoggia in The Solarnauts si
capisce bene il perché.
Martine Beswick
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