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lunedì 7 novembre 2022

MARE NOSTRUM

1156_MARE NOSTRUM . Stati Uniti 1926;  Regia di Rex Ingram.

Capolavoro a lungo considerato perduto e per fortuna recuperato in una forma comunque sufficiente ad apprezzarne le qualità, Mare Nostrum è un’opera che stupisce soprattutto per la vivacità del linguaggio del racconto filmico di Rex Ingram. La storia è un melodramma ambientato durante le prime fasi della Grande Guerra, con gli intrighi di spionaggio che si intrecciano alle operazioni bellico-navali nel Mar Mediterraneo. Ci sono quindi diversi elementi tra loro, che Ingram dimostra di saper gestire con perizia; il soggetto si basa sull’omonimo romanzo di Vicente Blasco Ibanez e questo aiuta ad avere una solida storia su cui sviluppare poi il film. Il capitano Ulysses Ferragut, spagnolo e quindi neutrale nel primo conflitto mondiale, viene irretito e sedotto dalla splendida Freya (Alice Terry, bellezza dell’epoca ancora moderna), una spia austriaca. Ferragut perde completamente la testa restando a Napoli quando il Mare Nostrum, la sua nave mercantile, fa rientro a Barcellona. Dona Cinta (Mademoiselle Kithnou), sua moglie, ed Esteban (Mickey Brantford) il suo giovanissimo figlio, rimangono sgomenti: se la donna si chiude nel suo dolore, il ragazzino non perde tempo e si fa portare con il Mare Nostrum nel Belpaese alla ricerca del padre. L’Italia, che in principio era anch’essa neutrale, si è però schierata con l’Intesa, scombinando i piani del Dottor Fedelmann (Paquerette), l’ambiguo superiore di Freya che, nonostante le apparenze, dovrebbe essere una donna. Intanto Esteban non trova più il padre, in quel di Napoli; il capitano Ferragut è per mare, dopo essersi lasciato convincere da Freya a collaborare con i tedeschi per rifornire di carburante un sommergibile di stanza nel Mediterraneo. Quando l’uomo ritorna a sua volta a Napoli per incontrare l’amante, non trova altro che la notizia che suo figlio, un ragazzino di una decina d’anni, era arrivato fin lì per farlo tornare a casa. La cosa, ovviamente, lo sconvolge ma è semplicemente l’inizio della tragedia: Esteban, per far rientro a Barcellona, ha infatti trovato un imbarco sulla S.S. Californian, proprio la nave che verrà affondata dall’U-35, il sommergibile che il capitano aveva aiutato a far rifornimento. Come si vede, la trama è molto articolata e i colpi di scena si susseguono: all’appello manca ancora la morte per fucilazione di Freya, condannata per spionaggio, e lo scontro tra il Mare Nostrum, armato per battagliare e schierato con l’Intesa, e l’U-35. Le scene della vendetta navale del capitano Ferragut non sono, in verità, indimenticabili, Mare Nostrum è un film del 1926, ma comunque rimangono godibili. 

Per la cronaca lo scontro finisce in parità, con tutti e due gli scafi affondati. Un finale altamente drammatico visto che sostanzialmente periscono tutti i protagonisti, da Ferragut alla sua amata Freya, al piccolo Esteban, al cuoco Caragol (Hughie Mack), da sempre al fianco del capitano, fino allo stesso Mare Nostrum che, come detto, finisce appunto in fondo al mare. E proprio nella solennità delle profondità marine il film prova però a cercare di dare una svolta se non proprio ottimistica, almeno di serena accettazione del fato, con spirito tipicamente marinaresco e quindi in tema con l’argomento dell’opera. Ferragut, da bambino, era rimasto affascinato dai racconti di suo nonno, un energumeno barbuto soprannominato Tritone (Luis Uni) che gli raccontava di Anfitrite, la dea del mare. Il quadro che la raffigurava, bellissima, era quindi passato dalle mani del nonno a quelle del nipote, così come una sorta di ossessione per l’ammaliante figura femminile. E proprio la somiglianza tra Freya e il quadro della dea marina, aveva stregato Ferragut. La ragazza, per la verità, pur se aveva tramato per indurre il capitano a collaborare, aveva finito per innamorarsi sinceramente dell’uomo. Quando però aveva provato a farsi perdonare aveva trovato di fronte un padre che, per scelleratezza, aveva causato la morte del proprio figlio: e, in qualche modo, Ferragut trovava in Freya la causa della disgrazia e quindi non gli era proprio possibile perdonarla. Lasciato i suoi complici per l’amore di un uomo che ora la disprezzava, abbandonata da tutti, la donna era stata catturata e aveva pagato con la vita la sua condotta; e nonostante tutto ciò il capitano faticava ancora a perdonarla. Poi, poco prima dell’atto conclusivo del film, il vederlo rimettere insieme il ritratto della ragazza, precedentemente strappato, può lasciarci giusto un piccolo dubbio sul fatto che l’odio sia ormai scemato dal cuore del capitano. Infine, in seguito all’affondamento del Mare Nostrum, nell’abisso marino, Ferragut finalmente incontra Anfitrite. E il bacio finale ci toglie anche quell’ultimo dubbio. 



Alice Terry


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