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sabato 5 novembre 2022

BATTLE OF JUTLAND: THE NAVY'S BLOODIEST DAY

1154_BATTLE OF JUTLAND: THE NAVY'S BLOODIEST DAY . Regno Unito 2016;  Regia di Alicia Arce.

Un secolo dopo la Battaglia dello Jutland, la BBC, la televisione di stato inglese, decide di commemorare gli oltre 6000 caduti inglesi con un documentario televisivo che provi a risolvere i tanti punti interrogativi che ancora aleggiavano sull’evento. Battle of Jutland: The navy’s bloodiest day riesce, se non a chiarire del tutto ogni particolare della battaglia, a fornire almeno un quadro esaustivo, perlomeno per lo spettatore medio. Dopo una breve introduzione, i ricercatori inglesi partono alla caccia dei relitti delle navi affondate, con la possibilità di impiegare nuovi sistemi di localizzazione. La maestosità di queste imbarcazioni risulta ben comprensibile dai rilievi degli strumenti ma, per comprendere ancor meglio quanto fossero imponenti queste navi da battaglia, si rende necessaria una visita in Texas, dove si trova l’ultima corazzata Dreadnought del tipo di quelle impiegate nella Battaglia dello Jutland. La nave viene esplorata anche nelle profondità sottocoperta, che sono impressionanti per dimensioni e solidità. E qui sta appunto uno dei nodi da sciogliere: com’è possibile che simili corazzate, dall’aspetto inaffondabile, subirono pesanti perdite, ben superiori a quelle tedesche? In un laboratorio attrezzato, viene quindi riprodotto in scala lo scafo della HMS Queen Mary per comprendere come sia possibile che la nave affondò in modo tanto rapido a fronte dei pochi colpi subiti. Il test dimostrerà che non ci fu un errore di progettazione degli ingegneri navali inglesi, il flop che la Queen Mary condivise con altre sue consorelle nella famosa battaglia deve avere un’altra spiegazione. 

Stando ad alcune ricostruzioni e ad altri test di natura esplosiva, i ricercatori della BBC giungono alla conclusione che ad accentuare la forza delle esplosioni sulle navi inglesi sullo Jutland, che provocarono i conseguenti affondamenti, fu la pratica di tenere i portelli delle torrette aperte unita alla diffusa presenza di cordite. Sfruttando questa sorta di camini, il fuoco poté infatti raggiungere i depositi di munizioni provocando le enormi esplosioni, che in effetti furono segnalate, responsabili dei danni fatali agli scafi. A mandare a monte la superiorità britannica della Grand Fleet fu quindi, stando a questa ricostruzione, questa pratica poco ortodossa che venne messa in campo forse per accelerare le manovre di ricarica dei cannoni. Tra i vantaggi che la Royal Navy poteva disporre, oltre ad un numero superiore di navi, più moderne, efficienti e meglio armate, c’era anche un servizio di Intelligence di prima classe, che permise agli inglesi di conoscere le intenzioni del nemico in anticipo. Nonostante ciò, come detto, la Battaglia dello Jutland non fu certo un successo, per gli inglesi, ma questo solo da un punto di vista tecnico bellico; in sostanza, è la conclusione a cui giunge Battle of Jutland: The navy’s bloodiest day, lo Jutland fu lo snodo cruciale per la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. I tedeschi, nonostante la vittoria morale, dopo la Battaglia dello Jutland, infatti, non sfideranno più la Grand Fleet. Il blocco navale, che proprio dal documentario BBC apprendiamo affamò la popolazione civile in Germania provocando una generazione di bambini malnutriti, rimase quindi in funzione, vero ago della bilancia della Grande Guerra. In ogni caso, il tentativo di giustificarlo, pur invocando a parziale scusante i morti britannici nella battaglia, non trova alcun appiglio morale. 


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