Translate

mercoledì 20 settembre 2023

TILL WE MEET AGAIN

1356_TILL WE MEET AGAIN . Stati Uniti, 1936; Regia di Robert Florey.

Tratto da un dramma teatrale, di cui conserva parte dell’impostazione di molte scene, Till we meet again è un buon esempio di film spionistico del periodo tra le due guerre mondiali. Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, a Londra, mentre due vedette dello spettacolo, Alan (Herbert Marshall) e Elsa (Gertrude Michael) sono alla vigilia del loro matrimonio. L’uomo è inglese, la donna austriaca; la notizia dello scoppio della guerra fa precipitare le cose. Elsa, infatti, è una spia, e il suo superiore, Ludwig (Lionell Atwill) la convince a cambiare aria; riluttante, la donna acconsente e si dilegua lasciando un romantico ma desolante biglietto al promesso sposo. Alan, in preda allo sconforto, decide così di arruolarsi; visto la sua conoscenza della lingua tedesca viene assegnato all’Intelligence, il servizio segreto inglese. Per dargli maggior libertà di movimento, viene diffusa sui giornali la notizia della sua morte; Ludwig, forse per prevenire eventuali rimpianti di Elsa, si premura di informarla del tragico fatto. Per tutta questa fase il lungometraggio di Robert Florey non impressiona più di tanto, limitandosi ad uno svolgimento di routine della classica storia di spionaggio bellico del tempo. La scena la tiene principalmente Gertrude Michael che non è propriamente una gran diva ma in abito da sera se la cava egregiamente. Compassato Herbert Marshall nel ruolo di eroe obtorto collo (non fosse stato abbandonato dalla futura moglie sarebbe riparato volentieri altrove) mentre di maniera ma funzionale, il paterno (nei confronti di Elsa) ruolo interpretato da Lionell Atwill. Till we meet again è però un buon film e questo status se lo guadagna nel finale. 

Se il ricongiungimento di Alan e Elsa può sembrare una coincidenza eccessiva (per altro telefonata sin dal titolo dell’opera) da lì in poi il film ci riserva una conclusione appassionante. Una volta ritrovatisi, i due protagonisti decidono di tradire entrambi i propri paesi e fuggire in treno in Olanda; Ludwig è una vecchia volpe e non si dà facilmente per vinto, intuendo le intenzioni della coppia. Il pirotecnico finale vede i tre personaggi finire fuori dal treno in corsa. Ludwig rimane ferito ma i due fuggitivi non lo abbandonano nella scarpata, portandolo in un casolare per permettergli di salvare la pelle. Ma in questo modo si compromettono la possibilità di fuga, visto che sono in arrivo gli uomini del vecchio agente segreto. Ludwig, con un sincero e insospettabile scatto di umanità, ricompenserà il favore ricevuto, mandando fuori strada gli inseguitori e permettendo a Alan e Elsa di salvarsi, lontani dalla guerra. Una scelta, quella di Ludwig, più importante di quella dei due innamorati, perché non è compensata da qualcosa di concreto (nel loro caso, il reciproco amore) ma da un moto di coscienza interiore. Quello che dovrebbero avere tutti per fermare i conflitti, di qualunque natura siano.   





Gertrude Michael 



Galleria di manifesti 





Nessun commento:

Posta un commento