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venerdì 8 settembre 2023

IL BEL CAPITANO

1345_IL BEL CAPITANO (The Gay Diplomat). Stati Uniti, 1931; Regia di Richard Boleslawski.

Narra la leggenda che, in seno alla RKO Radio Pictures, fossero consapevoli che Il bel capitano di Richard Boleslawski sarebbe divenuto un flop clamoroso al botteghino. E, quindi, rimasero stupefatti, quando lessero i resoconti entusiastici del sondaggio che era stato proposto durante un’anteprima. Stando al risultato di questo test, il protagonista, l’improbabile Ivan Lebedeff, il ‘bel capitano’ a cui fa riferimento l’edizione italiana, sarebbe addirittura il nuovo Valentino. E qui si arriva al cuore di questa vicenda leggendaria, che non si sa e non si vuol nemmeno sapere, in realtà, quanto vera possa essere: pare fu lo stesso Lebedeff a rubare le schede del sondaggio e a compilarle di suo pugno. Un’azione certamente più audace e intrigante di quelle in cui il suo capitano Ivan Orloff si produce sullo schermo nel film di Boleslaski. Non che sia poi questo orrore, Il bel capitano, per la verità: un semplice film di spionaggio bellico ambientato presso l’aristocrazia rumena dove il protagonista, ufficiale e agente segreto russo, deve scoprire quale tra tre attraenti donne è una spia del nemico. Orloff è agevolato – o dovrebbe, secondo gli intenti del film – dal suo irresistibile fascino e gli sarà facile entrare nelle grazie delle belle signore per scoprirne eventualmente il doppio gioco. La prima che incontra, già sul treno, è la contessa Diana Dorchy (Genevieve Tobin, elegante e graziosa): la donna si innamora del capitano che, un po’ a sorpresa, ricambia. Anche Madame Blinis (Ilka Chase) è presto infatuata da Orloff, ma la sua arte seduttiva non è molto efficace, scarsamente assecondata da un aspetto non poi così attraente, tra l’altro. Di ben altra caratura la minuta Baronessa Alma Corri (Betty Compson, un concentrato di forza sensuale) che, infatti, è la spia nemica. 

La traccia spionistica non è, per altro, troppo coinvolgente, e il film fa un più che altro il verso alla commedia sofisticata in voga in quegli anni. Ad alimentare la sponda leggera è chiamato Gamble (Colin Campbell) che assiste Orloff combinando qualche pasticcio di troppo e flirtando simpaticamente con la cameriera. Curiosamente, in un film che fila liscio tra chiacchere e galanterie fuori tempo, ci sono due passaggi quasi surrealisti: il primo è giustificato dalla povertà di mezzi a disposizione di Boleslawski, che prova così a mischiare le carte per raccontarci la carica dei russi sul Fronte Orientale, durante la Prima Guerra Mondiale. Le immagini sovrapposte e moltiplicate, non hanno poi questa grande efficacia, seppure si capisca, perlomeno, lo scopo del regista. Il secondo momento è più intrigante, ed è l’assalto di un oscuro nemico nei confronti di Gamble: la scena delle mani protese, prima dell’aggressione, verso il povero attendente del capitano è certamente efficace ed è il momento più intenso del film. Emblematico che, nel passaggio topico del racconto, il protagonista maschile non venga coinvolto. Da notare che, anche la risoluzione finale, con i sopraggiunti che freddano i nemici quando questi erano in posizione di vantaggio, vede Orloff semplice spettatore. Poi si lamentano del fiasco: ma fargli combinare qualcosa, a questo bellimbusto protagonista, oltre che chiaccherare con le belle signore, no eh? 



Betty Compson 



Genevieve Tobin


Ilka Chase


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