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martedì 26 settembre 2023

THE KING'S MAN - LE ORIGINI

1362_THE KING'S MAN - LE ORIGINI (The King's Man). Stati Uniti, Regno Unito, 2021; Regia di Matthew Vaughn.

Il prequel della saga The King’s Man è talmente mediocre che si può tralasciare il suo aspetto specifico per osservare qualcosa che, perlomeno, valga il tempo speso. Del resto, The King’s Man – Le origini è un film dichiaratamente fatto per divertirsi che, nel caso non ci si diverta a guardarlo, rimane ben poco da dire. Ma è un intento dichiarato del regista Matthew Vaughn e i produttori o, perlomeno, è auspicabile che sia quello il senso della loro operazione. Insomma, se piacciono i film dei super-eroi, quelli più rutilanti, mainstream e dozzinali, al punto che si possa guardarne uno anche senza super-eroi, allora The King’s Man – Le origini è un film adeguato. Diversamente, e cercando qualcosa di interessante nel film, si può osservare come Vaughn impieghi una quarantina di minuti di giustificazioni anticipate, tirando in ballo spunti dal vago sapore storico come il colonialismo o la Prima Guerra Mondiale, per legittimare i suoi agenti segreti ad avere la licenza di uccidere. Il tizio che devono far fuori, con la scusa che salveranno milioni di persone, è Rasputin (Ryhs Ifans, grottesco), personaggio che fa il verso a quello storico. È, a suo modo, un segno dei tempi: al vecchio James Bond, che gli autori citano come modello di riferimento, bastava il titolo del film – almeno dell’edizione italiana – e la questione era chiusa. Agente 007 - Licenza di uccidere (1962, regia di Terence Young), recitava il manifesto e lo spettatore sapeva che il personaggio protagonista si prendeva delle libertà che, nella vita quotidiana, non erano concesse. Ma questo a Vaughn e compagni non basta e, quindi, devono trovare il modo di giustificare la necessità di ammazzare per dei personaggi che, allo stesso tempo, ritengano sbagliato sparare anche ai passerotti. In effetti una contraddizione più semplice da gestire di quella di un aristocratico inglese di inizio XX secolo che si faccia degli scrupoli sociali, ma vabbè. Per cui, navigando in un mare di contraddizioni inconciliabili, c’è da lavorare e già l’incipit di The King’s Man – Le origini, con la scena in cui viene uccisa la moglie di Sir Oxford (bye bye, Ralph Fiennes), è nauseante per lo sciovinismo inglese che trabocca dal politicamente corretto con cui Vaughn prova vanamente a farlo coesistere, tradendo la sua vera idea nel merito. Imbarazzante. E veder chiamato in causa Lord Kitchener (Charles Dance) – uomo del suo tempo, per carità, ma, innegabilmente uno dei maggiori artefici della Storia per come la conosciamo – per dargli il tempo di pentirsi davanti a Dio per i morti di cui ha avuto la responsabilità diretta, è la goccia che fa traboccare il vaso. E arriva dopo solo una mezz’ora. Ma, si è detto, The King’s Man – Le origini è un film simile a quelli coi super-eroi, ma senza super-eroi. O, forse, è un film di propaganda bellica e, vedendo le guerre che infiammano il mondo, potrebbe trovare quindi una sua ragion d’essere. Ma, forse, senza esagerare nella dietrologia, è solo un film senza cinema. 



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