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giovedì 22 dicembre 2022

ATTENTATO AL PAPA

1185_ATTENTATO AL PAPA Italia 1986; Regia di Giuseppe Fina.

Se è vero che l’attentato al papa Giovanni Paolo II avvenne il 13 maggio 1981, il processo che provò a far luce sulla vicenda si chiuse alla fine di marzo del 1986. Questo fa di Attentato al papa, miniserie TV uscita nei primi giorni di aprile di quello stesso anno, una sorta di instant movie. Anche perché il racconto filmico di Giuseppe Fina si basa sul libro Anatomia di un attentato di Claire Sterling, una scrittrice e giornalista specializzata in terrorismo, e segue sostanzialmente le indagini del giudice Martella (Ian Bannen) e gli interrogatori a cui venne sottoposto l’attentatore, Mehmet Ali Ağca (Christopher Buchholz). Il punto è che tra la primavera dell’81 e quella dell’86 si arriva a capo di ben poco: Ağca è buono solo a far perdere tempo, tra una dichiarazione e la successiva di senso contrario. Per cui, quando si chiude il processo, le notizie che si hanno in mano, a parte la colpevolezza di Ağca colto in flagranza di reato, sono scarne. Per quel che riguarda mandanti, complotti e altre ipotesi su chi possa aver commissionato l’assassinio del pontefice, ci sono ancora pochissime informazioni. Per questo Attentato al papa, sebbene esca cinque anni dopo l’evento, di fatto presenta le lacune degli instant movie senza aver la freschezza tipica di queste produzioni; in fondo dall’attentato era passato un mucchio di tempo. Di contro, l’opera scontava i limiti di questo genere di film: ricostruzione fedele degli accadimenti ma scarso approfondimento dei motivi o delle implicazioni del caso. Certo, emerge il coinvolgimento dei Lupi Grigi, organizzazione terroristica turca, a cui apparteneva Ağca, e quello più interessante dei servizi segreti bulgari. Cose risapute e che non davano però senso credibile al tentativo di eliminare il papa polacco. Di veramente valido, il film propone un paio di interessanti coincidenze che Ağca sforna e che mettono in serio imbarazzo i due rappresentati bulgari presenti agli interrogatori. Ma è un po’ poco nell’arco di due ore e mezza di film. Mimetica l’interpretazione di Christopher Buchholz nei panni del terrorista turco, sebbene il suo comportamento enfatizzato, in un contesto narrativo privo di ritmo, venga presto a noia. Il rischio peggiore che corre l’intera operazione filmica. 



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