369_TOTO' LE MOKO' . Italia, 1949. Regia di Carlo Ludovico Bragaglia.
Film comico che nella sua semplicità e nel sapiente dosaggio
degli ingredienti ha il suo aspetto più funzionale, Totò le Moko vede all'opera, ovviamente, il principe della risata napoletano nella parte del protagonista. Lo
spunto, al bravo regista Ludovico Bragaglia, lo dà il film Il bandito della Casbah di Julien Duvivier con Jean Gabin e
dedicato al bandito Pépé Le Moko; personaggio
questo che, di fatto, almeno in termini di parodia, è coinvolto anche nella pellicola con
Totò. Essendo un film comico, alla base di tutto c'è un equivoco: Antonio
Lumaconi (Totò) è musicista e sogna di dirigere una banda (musicale ovviamente)
e, quando gli si offre di guidare la banda (criminale) del cugino Pépé Le Mokò
(creduto morto), mal interpreta l'offerta e accetta. Per reggere l'assurdità
della situazione gli autori devono ricorrere al soprannaturale: una magica
pozione dà forza strepitosa e coraggio al povero Antonio, che si trasforma così
nel terribile Totò Le Mokò. Non
manca, come da prassi del genere, l'aspetto piccante, degnamente interpretato
dalla giovanissima Gianna Maria Canale, Miss Calabria e seconda a Miss Italia
solo due anni prima. La Canale
se la cava in modo egregio, nonostante l'età, dimostrando subito di avere la
stoffa da prim’attrice (oltre che l'indiscutibile physique du role) per reggere la scena. Nel complesso, un film
agile e divertente, con Totò scatenato e all'apice della forma.
Gianna Maria Canale
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