1743_IL TRADIMENTO DI ELENA MARIMON (Le secret d'Hélène Marimon), Francia, Italia 1954. Regia di Henri Calef
Per un’ora circa, Il tradimento di Elena Marimon sembra una versione modificata de L’équipage romanzo di Joseph Kessel, da cui Anatole Litvak aveva già tratto non uno ma due film (L’equipaggio, nel 1935 e Adorazione, nel ’37). Là la vicenda trattava di un pilota della Prima Guerra Mondiale che si innamorava della moglie di un suo compagno d’armi; qui, fatto salvo qualche aggiustamento, i militari coinvolti nel triangolo amoroso erano fanti che nella Grande Guerra stavano in trincea. Oltretutto anche questa protagonista si chiamava Elena (Isa Miranda) proprio come la donna amata dai due piloti. In realtà Il tradimento di Elena Marimon ha come fonte ufficiale d’ispirazione il romanzo Les cahiers du conseillier Marimon di J.B. Cherrier da cui il regista Henri Calef, dopo la citata ora in cui il film sembra un onesto rimescolamento di temi già visti, con la restante seconda parte riesce a cavar fuori un’opera a suo modo sorprendente. In questo non è granché aiutato dal protagonista, Frank Villard nei panni di Jacques Taillandier che, forse anche per via delle caratteristiche del suo ruolo, porta avanti la storia senza particolari spunti carismatici. Né ravviva la vicenda Carla del Poggio col suo austero personaggio (è Dominique Marimon), mentre la voluttuosa Hella Lexington, per quanto la sua Betty sia una mera comparsa un po’ stereotipata, mette almeno un po’ di pepe rosa nelle rare scene di competenza. Ma a fare la differenza è Elena a cui la Miranda, all’epoca quasi cinquantenne, regala un personaggio estremo, duro ed egoista come raramente si è visto interpretato da una star femminile. Elena, a cui vanno ascritte le principali colpe per le sofferenze sentimentali distribuite nel film, si intestardisce su una presunzione di ragione davvero difficilmente comprensibile eppure credibilissima. Il fatto che la fa imbestialire, al punto da farle perdere la ragione, è che Jacques l’abbia corteggiata pur essendo il compagno d’armi del marito, Camille Marimon (Jean Debucourt) e, cosa assai peggiore, la donna si è convinta che l’uomo abbia approfittato della morte dell’amico per muovere le sue avances.
In realtà Jacques ignorava tanto che Elena fosse la moglie del Marimon (e qui il caso alquanto fortuito ci riporta al soggetto de L’equipage) ma ancor più ignorava che il commilitone fosse morto proprio quando lui si trovava in licenza. Quando aveva appreso che la sua amata Elena era la moglie di Marimon, aveva taciuto, questo sì, ma del resto ormai il danno era stato fatto; purtroppo in seguito era toccato proprio a lui dover informare la donna della perdita del marito e, a quel punto, non si era potuto esimere dal raccontarle la verità. Elena aveva però inteso che le due cose fossero avvenute simultaneamente, ovvero che l’uomo fosse incaricato di avvisare la moglie del compagno defunto e avesse provato ad approfittarsi della situazione. La lettura in malafede degli avvenimenti da parte della donna era però forzata e trovava giustificazione unicamente in un fatto: Elena, che era la sola consapevole del tradimento, una volta che si era vista scoperta, aveva cercato una scappatoia morale per sviare la colpa trovandola nel breve mutismo di Jacques a cui, per evitare di venire smentita, non aveva concesso repliche. La storia de Il tradimento di Elena Marimon compie, nella seconda parte, un largo giro che vede protagonisti principalmente Jacques e Dominique, ufficialmente figlia di Camille Marimon ma di cui l’uomo si scopre essere il genitore per via della sua relazione con Elena avuta al tempo. Che nel frattempo, pur se ignara, aspetta al varco il prevedibile sviluppo della trama, arroccata come il miglior soldato da trincea, ferma e irremovibile sulle posizioni di oltre trent’anni prima. Nella scena cruciale, Isa Miranda è strepitosa nel mostrarci il lato oscuro delle dive fatali dell’epoca, quando il tipico e in genere giustificato egoismo femminile rivela la sua vera debole e infida natura: la paura.
Isa Miranda
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