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domenica 10 ottobre 2021

KREUZER EMDEN

907_KREUZER EMDEN ; Germania, 1932; Regia di  Louis Ralph.

L’arrivo del sonoro venne colto dai produttori del film muto Unsere Emden (uscito nel 1926), come l’opportunità di rendere ancora più appetibile quello che era stato per il pubblico tedesco dell’epoca già un grande successo. La possibilità di inserire i dialoghi, su cui si poteva imbastire una trama sentimentale un minimo più strutturata, fu certamente uno stimolo a rimettere mani al vecchio soggetto del mitico incrociatore tedesco affondato nell’Oceano Indiano. O anche, fu l’idea di accompagnare il racconto coi canti d’epoca, perlopiù militari, che infatti costellano in modo evocativo Kreuzer Emden dall’inizio alla fine quasi come una vera e propria colonna sonora. Tra questi, da segnalare almeno la splendida e famosissima Muss I denn zum stadtele hinaus e la patriottica Die watch am Rhen. Divertenti le scenette comiche o ironiche tra i marinai che, almeno nelle prime fasi del lungometraggio, allietano la visione mantenendo il tono leggero nel racconto. Alla regia del film venne chiamato Louis Ralph, che aveva del resto già diretto e interpretato Unsere Emden e, in ogni caso, vennero utilizzati segmenti della vecchia pellicola soprattutto per quel che riguardava le scene della nave da guerra. Che rimane, anche considerando l’aggiunta della nuova comunque non irresistibile traccia melodrammatica, la vera protagonista di questa opera: del resto il titolo fa proprio riferimento a tipo di nave (Kreuzer, incrociatore) e nome della stessa (Emden). La SMS Emden (dove SMS sta per Seiner Majestät Schiff, nave di sua maestà), come tutte le navi da guerra ai tempi della Prima Guerra Mondiale, era già un vero prodigio della tecnica e il film di Louis Ralph concede i giusti spazi a tutti quei dettagli sulla strumentazione o sui meccanismi che sono indispensabili in questi casi. Il racconto segue le gesta della nave sin dallo scoppio del conflitto, accolto dall’equipaggio con gioia, e prosegue fino ed oltre il passaggio in cui l’ammiraglio von Spee distacca la Emden dal resto della flotta tedesca operante nella zona. Nonostante un primo entusiasmo dei marinai dell’incrociatore, che pensano di tornare già a casa, la Emden si incaricherà di battere le coste asiatiche sull’Oceano Indiano, con un percorso ben indicato nel film da una mappa animata con la rotta della nave. Delle oltre venti imbarcazioni dell’Intesa attaccate dalla Emden, nel film assistiamo a giusto una manciata tra cui vanno segnalate la carboniera britannica Buresk, sottratta dai tedeschi con tutto il carico di carbone, e l’attacco all’incrociatore russo Schemtschug nel porto di Penang. 


Storicamente la nave dell’Intesa fu in effetti affondata quando non era in condizione di rispondere e il suo comandante finì sotto processo e condannato per grave negligenza: nel film lo vediamo con i suoi ufficiali intento a spassarsela nel locale notturno di Madame Dolores dove si esibisce la bella Anuschka (interpretata dall’elegante Toni Forster-Larrinaga). Al di là della natura bellica di queste azioni della Emden, il comandante Karl von Müller (nel film lo stesso regista Louis Ralph, come già in Unsere Emden), si attiene scrupolosamente alle norme internazionali di guerra navale, utilizzando, ove fosse possibile, la carboniera Markomanna per mettere in salvo civili ed equipaggi delle navi che andava ad affondare. Ma l’avventura della Emden sta giungendo al termine: anche se, ironicamente, al largo delle Isole Cocos, gli ufficiali dell’incrociatore tedesco stanno giusto congratulandosi l’un l’altro per il fatto che nessuna nave nemica potesse ormai sorprenderli. Ma prima che una squadra di marinai fatta sbarcare dalla Emden possa attaccare e distruggere la stazione radio dell’isola, la nave viene avvistata e un messaggio di soccorso viene inviato. 

L’incrociatore HMAS Sidney riceve il segnale per la soddisfazione del capitano australiano (Willy Kaiser-Heyl) che subito dirige la nave sulle tracce dell’inafferrabile Emden: l’ingaggio tra i due incrociatori é mostrato da una mappa animata in cui si evidenzia l’astuta manovra degli australiani. La Sidney si porta rapidamente a tiro dell’incrociatore tedesco, grazie ad una maggiore velocità, poi esegue una svolta a «U» e fiancheggia la Emden tenendosi fuori tiro dei meno potenti cannoni nemici. Il capitano von Müller prova fino all’ultimo a replicare, cercando di ridurre la distanza, ma il destino della Emden è ormai segnato. Le scene dello scontro, il caos sulla nave sotto il fuoco nemico, la concitazione dei marinai e l’imperturbabile fermezza di von Müller a far da contraltare alla malcelata soddisfazione degli australiani, il momento clou di Kreuzer Emden non tradisce le attese. Ma, al di là di una comprensibile eccitazione per l’incedere dei drammatici momenti, quello che traspare è una serenità di fondo dei contendenti, che accettano il loro fato senza particolari drammi. In questo senso prende valore la flebile traccia melodrammatica che aveva accompagnato le fasi d’avvio del film per diradarsi via via. Prima del tragico finale, Ralph recupera i fili del discorso per chiuderne la trama in modo significativo. All’inizio, alla festa di matrimonio tra Mertens (Fritz Greiner), il sottoufficiale della Emden, e Greta (Renée Stobrawa), fanno irruzione tre marinai ubriachi. 

Petzold (Werner Fuetterer), il più brillo dei tre, riconosce in Greta una sua vecchia fiamma e, visto il suo stato per nulla controllato, per poco non ci scappa un parapiglia. In realtà il tutto si risolve in un malinteso che non provoca altro che malumore nei tre protagonisti dell’insolito triangolo sentimentale. In modo abbastanza prevedibile, con lo scoppio della guerra, Petzold e Mertens finiscono imbarcati sulla stessa nave, ovviamente stiamo parlando della Emden. Petzold sa di doversi far perdonare qualcosa e prova a scusarsi con il sottufficiale che però non sembra intenzionato a dimenticare la cosa, non tanto per l’intrusione quanto per l’insidia che teme che il marinaio possa rappresentare per il suo rapporto con Greta. Come si vede è una traccia sentimentale davvero esile in quanto, in concreto, costa unicamente di un atteggiamento inopportuno da parte di un tizio mentre era ubriaco. Tuttavia risponde anche ad una certa idea di romanticismo dell’epoca basato su aspirazioni, illusioni, fantasie e nel quale la componente pratica era assai meno approfondita ma, non per questo si trattava di un sentimentalismo meno passionale. Prova narrativa di ciò è l’ostinazione del sottoufficiale Mertens a mantenere un atteggiamento ostile nei confronti del marinaio Petzold: chi ostacola il grande amore è comprensibilmente visto con diffidenza. Ma, quando sembra evidente che la Emden stia andando incontro ad un destino fatale, Petzold si avvicina ancora una volta al suo superiore per scusarsi e riappacificarsi. E, in questa occasione, finalmente Mertens accetta le scuse e stringe la mano in segno di amicizia verso il marinaio: li aspetta l’ultima battaglia e, sulla Emden, non ci devono mai essere odio e rancore, figuriamoci in un momento come questo. Sono l’equipaggio di una nave da guerra di sua maestà l’imperatore Guglielmo II, non una ciurma di pirati. 






Renée Stobrawa


Toni Forster-Larrinaga


2 commenti:

  1. Le scenette comiche dei marinai per alleggerire la scena mi hanno fatto pensare ai cartoni di Braccio di Ferro :)
    E sul sonoro, che dire?... Decisamente una conquista! ;)

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  2. Si, certo. Sulle scene comiche in effetti...

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