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lunedì 17 febbraio 2025

NOTTI ROSSE

1624_NOTTI ROSSE (Nuits Rouges). Fancia, Italia 1974. Regia di Georges Franju

E’ un po’ triste considerare che il congedo con il cinema di Georges Franju sia un film un po’ deludente come Notti Rosse. Intendiamoci, non è che sia un film negativo, sia chiaro. Ha un bel senso del ritmo e, se ci si adegua alle trovate kitsch, ci si diverte anche. Ma si avverte comunque che l’operazione è un po’ fuori tempo: Notti Rosse è infatti un film di metà anni Settanta e non del decennio precedente. L’origine di questo lungometraggio è curiosa perché si tratta di una sorta di versione condensata degli otto episodi di una serie televisiva che sarebbe stata poi trasmessa l’anno seguente. In genere avviene il contrario e la cosa ha come conseguenza che, per via dei tagli per la riduzione ai tempi del film previsto per le sale, spesso si avvertono fastidiose lacune nella trama. La cosa non capita in Notti Rosse e, quale che sia il motivo, è comunque un pregio raro per questo tipo di produzioni. Franju fece appello ad un recupero dell’innocenza dello sguardo dello spettatore per potersi gustare il film ma quello che manca a Notti Rosse è un po’ di mordente. Un altro aspetto che si può tenere in considerazione è che dopo gli adattamenti da Emile Zola (L’amante del prete, 1970) e Joseph Conrad (La ligne d’ombre, 1973), Franju ritorna ai feuilleton d’inizio Novecento come fonte d’ispirazione. L’autore bretone si era già cimentato con il genere una decina d’anni prima con L’uomo in nero, decisamente più coerente. Non è una mera curiosità perché Franju era sempre stato in bilico tra letteratura alta e spunti più popolari: l’autore ammetteva di non avere capacità narrative mentre era in grado di dare forma visiva ai racconti. Tra le varie qualità della sua poetica ci fu anche quella di dare dignità a opere come i romanzi d’appendici, tipici della cultura popolare, che era stato in grado di ridurre per lo schermo con grande efficacia. Il fatto di essere stato allo stesso tempo capace di interpretare con talento testi di origine letteraria più alta, si prendano Il delitto di Thérèse Desqueyroux (1962, da François Mauriac) e Thomas l’imposteur (1965, da Jean Cocteau) come ulteriori esempi dopo i citati spunti da Zola e Conrad, dava credito alla sua voce. Insomma, anche se non appassiono più come qualche anno prima, se Franju ci dice che Notti Rosse e i suoi personaggi mascherati dovrebbero divertirci, forse faremmo bene a credergli. O almeno il dubbio, al grande autore di Occhi senza volto (1960), si può concedere.    






Al cinema di Georges Franju Quandolacittàdorme ha dedicato ENIGMA FRANJU - IL CINEMA DI GEORGES FRANJU 





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