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lunedì 17 dicembre 2018

GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO

265_GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO Italia, Francia 1974;  Regia di Luchino Visconti.

Nonostante il vecchio professore (interpretato da Burt Lancaster), protagonista di Gruppo di famiglia in un interno sia notoriamente ispirato alla figura del saggista e critico letterario Mario Praz, nel suo personaggio si possono trovare alcune analogie con il regista dell’opera, Luchino Visconti. In particolar modo nella difficoltà nel comprendere l’incombente società moderna: il professore si trova come inquilini un gruppo di beceri e maleducati, tra cui alcuni giovani, di fronte ai quali è totalmente spiazzato. E sembra lo stesso spiazzamento che Visconti comunica tratteggiando questi personaggi: la giovane Lietta (Claudia Marsani), il suo fidanzato (in prova) Stefano (Stefano Patrizi) e soprattutto Konrad (Helmut Berger), sulla cui figura il regista sembra riversare un po’ tutte le (confuse e in parte affascinate) idee sulla gioventù più turbolenta. Ne esce un ritratto sfuggente, indefinito, che alimenta a dovere la sensazione di incomprensione del vecchio professore e che, in fin dei conti, sembra essere il punto di vista da cui viene osservata la storia e quindi assimilabile a quello del regista. Nel cast c’è anche Silvana Mangano, ancora in gran forma nonostante i 44 anni, (peccato per la dizione), nei panni della Marchesa Bianca Brumonti, madre di Lietta e amante di Konrad. Il quale, oltre a fare il mantenuto dalla donna che è di dodici anni più vecchia di lui, giace sovente con la coppia di giovani amici ed è coinvolto in ogni genere di traffico losco, dal gioco d’azzardo alla droga; salvo poi, nel finale, riscoprire una sua vena politica e rivoluzionaria. Se, nell’economia della storia, può aleggiare il sospetto che Konrad abbia fatto infatuare anche il professore (dopo Bianca e Lietta), un dubbio in tal senso è lecito anche per il regista, il che rafforzerebbe la sovrapposizione professore/Visconti. 
Del resto il film è spesso ritenuto autobiografico e nota è la relazione avuta dal regista proprio con l’attore austriaco interprete dello stesso Konrad. Forse, l’autore lombardo, al tempo quasi settantenne, proprio come il personaggio di Lancaster, cominciava a sentire prossima la fine, e cercava di trovare legami con un mondo che faticava a riconoscere. Gruppo di famiglia in un interno è quindi un dipinto di un gruppo di estranei, come quelli che il professore ha sulle pareti del suo lussuoso appartamento, che per quanto gli siano alieni, finiscono per essergli famigliari
Chissà, forse la condizione umana è davvero così perdutamente smarrita nella solitudine ed il prossimo, per ognuno, è così distante che uno sconosciuto vale un famigliare naturale. Dopo le diffidenze iniziali, Gruppo di famiglia in un interno risulta così essere uno sconsolato moto di affetto da parte di Visconti verso il suo prossimo, lasciato però cadere nel vuoto; allo stesso modo in cui Lietta lascia le mani del professore e se ne va, lasciandolo morire da solo.   
Buon riposo, maestro. 


Claudia Marsani


Silvana Mangano




       

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