1759_THE NEST OF THE CUCKOO BIRDS , Stati Uniti 1965. Regia di Bert Williams
“Era una
leggenda, non lo aveva mai visto nessuno”. Queste le lapidarie parole di
Nicolas Winding Refn a proposito di The nest of the cuckoo birds di Bert
Williams. Refn, da tempo, si occupa di recuperare e restaurare film sconosciuti
e quello di Williams è uno dei suoi lavori più illustri. Il Southern Gothic, o
Gotico Sudista, è un genere cinematografico ben definito, con opere mirabili e
note come La morte corre sul fiume [Night of the hunter, Charles
Laughton, 1955] o Un tram chiamato desiderio [A streetcar named
desire, Elia Kazan, 1951] tanto per fare due nomi. Ma The nest of the
cuckoo birds, sebbene condivida alcuni temi caratteristici del Southern
Gothic, l’ambientazione negli Stati Uniti del sud, l’atmosfera malsana, il
disagio diffuso, li porta però all’eccesso, apparentandosi alla corrente
estrema del genere. Qui si può inserire in quel filone che vede opere abbastanza
famose come Mudhoney [Russ Meyer, 1965] o Non aprite quella porta
[The Texas Chain Saw Massacre, Tobe Hooper, 1974], quest’ultimo film,
tra l’altro, probabilmente ispirato proprio da The nest of the cuckoo birds.
In generale, queste pellicole non brillano per la confezione formale
impeccabile e, anzi, fanno di una certa trascuratezza visiva uno dei punti di
forza. Quello di Bert Williams, tuttavia, forse esagera un po’, dando
l’impressione, ad esempio all’inizio, di essere un filo troppo sgangherato. In
effetti l’introduzione della vicenda è abbastanza confusa: il detective protagonista
(lo stesso regista, Bert Williams), per sfuggire ad una banda di
contrabbandieri, si dilegua nelle paludi infestate dagli alligatori. Infine
trova rifugio al Cuckoo Birds Inn, una locanda abitata da tre soggetti
particolarmente singolari: lo strano inserviente Harold (Chuck Frankle), l’inquietante
padrona (Ann Long) e la sua povera figlia Lisa (Jackie Scelza). La giovane
ragazza è tenuta incatenata in soffitta ed è evidente, al di là delle stranezze
di facciata, che qualcosa di profondamente malsano si nasconda nella locanda. La
recitazione non è certo convincente e anche il ritmo narrativo ogni tanto tende
ad assopirsi, salvo poi avere dei passaggi traumatizzanti che possono
sorprendere perfino lo scafato spettatore moderno. Anche per questo motivo,
quello di Williams non è un film che va sottovalutato, nonostante le sue
imperfezioni. Ben sorretto dalle musiche di Peggy Williams, The nest of the
cuckoo birds riesce, in definitiva, a trasmettere perfettamente il senso di
un genere, il Southern Gothic, che è particolarmente utile se si vuole
comprendere meglio la vera anima dell’America. Quella oscura.





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