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venerdì 10 marzo 2023

BATTALION

1238_BATTALION (Батальонъ, Batal'on)Russia, 2015. Regia di Dmitry Meskhiev.

La situazione russa dopo la Rivoluzione di Febbraio del 1917 era davvero particolare: i comunisti non avevano ancora il potere, però i soldati si erano organizzati in comitati che non riconoscevano più l’autorità degli ufficiali e tanto meno erano intenzionati a combattere. I tedeschi, dal canto loro, alimentavano questa deriva lassista (in senso militare, sia chiaro) delle truppe russe, perché non vedevano l’ora che il fronte orientale venisse in sostanza smantellato per potersi dedicare alla guerra contro le potenze alleate d’occidente. E’ in questo momento che si colloca il sorprendente film bellico Battalion di Dmitry Meskhiev. Per cercare di dare una scossa al proprio esercito, al governo di Kerenskiy (Marat Basharov) decidono di istituire dei reparti militari femminili, in modo da pungolare sull’orgoglio gli svogliati soldati. L’incarico di formare queste combattenti nuove di zecca è affidato alla veterana e decorata Mariya Bochkareva (Mariya Aronova, convincentissima). Il sottoufficiale in gonnella (in senso metaforico, beninteso) è il classico istruttore militare visto in tanti film: massiccio nel fisico e brusco nei modi, in realtà prende veramente a cuore le sue allieve. La Aronova si supera, fornendo una prova adeguata al film che, l’abbiamo detto, è una piacevolissima sorpresa. La cura formale è degna di Hollywood e la storia raccontata, oltre ad avere una valida base storica a cui affidarsi, è commovente ed appassionante. L’occasione di vedere un plotone femminile alle prese con un ambiente tipicamente maschile come è la vita militare, è sfruttato in modo sapiente da Meskhiev. 

Il film non scade mai nella retorica, nella faziosità, nella critica scontata: certo, si può non essere d’accordo con l’approccio patriotico di Mariya e delle sue soldatesse ma, al netto che pare pienamente legittimo ancor oggi, va pur sempre tenuto a mente che sono vicende di oltre cent’anni fa e quindi legate a concetti forse oggi un po’ desueti. Tuttavia, seppur il confronto con l’indolenza dei reparti maschili rispetto alle volitive fanciulle è giocoforza mostrata in tutta la sua evidenza, non è tanto questo l’aspetto che salta prepotentemente all’occhio. Oggi siamo abbastanza abituati a vedere donne in divisa, soprattutto al cinema ma anche nella vita reale: dalle forze dell’ordine sulle strade alle discipline sportive, una donna in uniforme è un concetto quotidiano. E, pensandoci, si può anche notare come la differenza con i colleghi maschi sia ormai, in generale, minima: chissà se perché dissimulata o perché effettivamente c’è poca distinzione. 

Le soldatesse di Battalion, al contrario, sono clamorosamente femminili nel senso tradizionale del termine. Ma attenzione, non in senso erotico: coi lunghi capelli di Natalia (la bellissima Maria Kozhevnikova) e Vera (la non meno bellissima Valeria Shkirando) tagliati a zero, se ne vanno simbolicamente anche le presumibili, in linea teorica, derive in tal senso dell’opera di Meskhiev. Ci sono un paio di tracce sentimentali, nella storia, ma non hanno niente di pruriginoso; piuttosto, è commovente e significativo l’incontro tra Mariya e il marito, un soldato tra i più sfaccendati del reparto a cui viene aggregato il Battaglione femminile. L’uomo invita la moglie a seguirlo a casa e, a mo’ di convincimento, rifila un sonoro scappellotto alla donna; Mariya rende la pariglia ma la cosa non è senza conseguenze: l’uomo sfoga tutta la rabbia repressa e massacra la povera donna senza alcuna reticenza. I commilitoni, anzi, i compagni, dell’uomo guardano attoniti, vedendo quella che a suo tempo era stata decorata per averli aiutati con valore sul fronte di guerra, pestata a sangue dal suo consorte. Nella commovente testardaggine che spinge Mariya, una volta rimasta sola, a rialzarsi e a raggiungere il suo reparto in prima linea, c’è una dimostrazione della validità dell’opera di Meskhiev. Il racconto non bara, in ossequio a cavalleria o rimandi in qualche senso erotici: una mezza tacca come il marito di Mariya può agevolmente ammazzare di botte anche un donnone come il sottoufficiale istruttore del battaglione femminile. Ma non avrà mai né il suo coraggio né il suo valore.   


Mariya Aronova


Maria Kozhevnikova



Valeria Shkirando




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