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martedì 1 luglio 2025
MASTRO DON GESUALDO
domenica 29 giugno 2025
LA PISANA
1690_LA PISANA , Italia 1960. Regia di Giacomo Vaccari
Questo
interessante sceneggiato di Giacomo Vaccari è andato distrutto in un incendio e
non ne rimane che un frammento. Tuttavia, stante la scarsità di opere
riconducibili a Vaccari, vale la pena approfondire un minimo un serial
televisivo che, stando a quanto si può intuire, era davvero di pregevole
fattura. La Pisana è tratto da Le Confessioni di un italiano di Ippolito
Nievo e, secondo Aldo Grasso è una felice trasposizione televisiva del romanzo:
“La voce fuori campo del protagonista, che rivive il suo appassionato amore
adolescenziale, ripropone la limpida prosa di Nievo, alternando le vicende
sentimentali a quelle patriottiche. (…) Vaccari, impegnato in una delle sue
prime prove, dimostra grande abilità nel tratteggiare le scene con pochi e
sapienti tocchi.» [dal blog di Silvia Iannello, pagina web
https://silvia-iannello.blogspot.com/2013/06/giacomo-vaccari-e-i-grandi-sceneggiati.html,
visitata l’ultima volta il 15 giugno 2025].
Aldo Nicolaj, che curò la sceneggiatura insieme a Marcello Sartarelli, descrisse
sulla pagine del Radiocorriere l’attenzione con cui si adattarono le pagine di
Nievo: “Crediamo di non aver mai tradito il Nievo, in quanto abbiamo sempre
preso dalle pagine del suo romanzo lo spunto e l’ispirazione per rendere più
accessibile al grande pubblico quest’opera (…) Molti erano i modi di affrontare
la riduzione: noi abbiamo preferito penetrare nel vivo del romanzo attraverso lo
stesso racconto del protagonista, che consente di far arrivare al pubblico –
quando la narrazione lo permette – l’armoniosa prosa del Nievo. Attraverso la
voce del protagonista, rivivrà così l’appassionata storia d’amore tra la Pisana
(Lydia Alfonsi) e Carlino (Giulio Bosetti), sullo sfondo storico della vita
italiana negli anni che vanno dalla Rivoluzione Francese alla morte di
Napoleone. (…) Logicamente, nello sceneggiato, così come nelle pagine di Nievo,
la storia d’amore tra la Pisana e Carlino non è fine a sé stessa, ma
costituisce un pretesto romantico per raccontare com’è stata dura e sanguinosa
la nostra Storia negli anni prerisorgimentali, quando pochi uomini, col loro
sacrificio, hanno preparato l’avvenire dell’Italia”. [Aldo
Nicolaj, La Pisana, Radiocorriere Tv, n. 43, 1960, pag. 43]. E, leggendo queste parole, il
rimpianto per l’impossibilità di una visione completa dell’opera, non può che
aumentare.
venerdì 27 giugno 2025
PAPARINO
1689_PAPARINO , Italia 1959. Regia di Giacomo Vaccari
mercoledì 25 giugno 2025
L'IMBROGLIO
1688_L'IMBROGLIO , Italia 1959. Regia di Giacomo Vaccari
L’adattamento televisivo di commedie teatrali non sembrava lasciar spazio all’espressione artistica del regista di questo tipo di opere. Per capirci, spesso, il Radiocorriere Tv, che era l’organo di stampa ufficiale della Rai, in alcuni articoli di approfondimento manco si prendeva la briga di citare chi fosse dietro la telecamera. Del resto le prime riduzioni televisive erano sostanzialmente teatro filmato e la mano in regia era effettivamente tanto discreta da passare inosservata. In genere, comprensibilmente, era data più importanza all’autore del soggetto, soprattutto quando si trattava di opere letterarie famose, in qualche caso si sottolineava chi curava l’adattamento, in buona sostanza la sceneggiatura; quasi mai si teneva in considerazione chi dirigeva effettivamente la ripresa televisiva. Se potrebbe trattarsi di una sorta di mancanza, in senso assoluto, vista l’importanza di chi mette comunque l’ultima parola, quando c’è Giacomo Vaccari dietro la telecamera è una vera e propria ingiustizia. Vaccari aveva uno stile che, nonostante il garbo e la discrezione tipica delle «Riduzioni televisive» non venisse mai tradito, si percepiva distintamente. Si veda, ad esempio, la scena dello scherzo col formaggio sostituito dal sapone, in avvio de L’imbroglio: i personaggi della pensione ridono sguaiatamente in modo grottesco, in netto contrasto tanto con il clima narrativo del racconto quanto con il contesto. Certo, c’è da subito una caratterizzazione un po’ forzata delle figure, si pensi a Edvige (Betty Foà), la cameriera, o al vecchio impiegato (Achille Majeroni), ma la risata generale sembra effettivamente eccessiva nei toni. Gilberto Loverso, nel suo articolo sul Radiocorriere Tv, citava naturalmente Alberto Moravia, autore del racconto rappresentato, e Marco Visconti, lo sceneggiatore, ma dei meriti di Vaccari nessuna traccia. [Gilberto Loverso, L’imbroglio, Radiocorriere Tv n.17, 1959, pagina 34].
Opinioni legittime, sia chiaro, eppure anche l’utilizzo della musica, sin dai titoli di testa con la canzone di Domenico Modugno Piove (Ciao ciao Bambina), un pezzo forte e riconoscibile, ma anche durante il racconto, per sottolineare i momenti romantici che tradiranno il protagonista, sembrano scelte «registiche» in tutto e per tutto. O lo stesso incipit, con il protagonista, Gianmaria (Stefano Svevo), di cui ascoltiamo i pensieri, come partecipando con lui allo spettacolo che prenderà, per convenzione, ufficialmente il via dopo i crediti con la carrellata degli artisti impegnati. Forse Giuliana Lojodice sembra enfatizzare troppo il suo ruolo, in avvio, ma poi ci si rende conto che il suo registro interpretativo è perfetto per il personaggio di Santina, ragazza duplice, e la scena dello specchio è puro cinema da grande schermo, che inganna fin dal nome. Ottimo, seppur in un ruolo minore, Ubaldo Lay, dal momento che l’attore romano aveva un che di ambiguo che si esaltava nelle figure di individui discutibili. L’amarezza del racconto di Moravia sembra davvero terribile e, seppur si può trovar soddisfazione nello scorno di Negrini (il personaggio di Lay) e della sua degna compagna, la signora Cocanai (Laura Carli), certo la punizione per la malriposta ingenuità di Gianmaria appare anche eccessiva. O forse no; forse le centomila lire che Gianmaria regala a Santina non sono la tassa dell’ingenuo. In effetti, nel finale, la direttrice della pensione (Lia Angeleri), rimprovera Gianmaria di essere avventato e non ingenuo. Ecco, L’imbroglio che metteva in guardia l’individuo dal non credere alle facili promesse o alle storie strappalacrime, non voleva smorzare la fiducia nel prossimo, ma la dabbenaggine tipica di chi crede alle frottole per inseguire sogni di vanagloria. Al contrario, una certa ingenuità di fondo e la fiducia nel prossimo sono valori, ed è sacrosanto preservarli. Prova ne è la direttrice che rende l’orologio avuto in pegno da Gianmaria, rinnovandogli la propria fiducia.
lunedì 23 giugno 2025
IL CLUB DEI SUICIDI
1687_IL CLUB DEI SUICIDI , Italia 1957. Regia di Giacomo Vaccari
sabato 21 giugno 2025
CABINA TELEFONICA
1686_CABINA TELEFONICA , Italia 1956. Regia di Giacomo Vaccari
giovedì 19 giugno 2025
BUONASERA CON... GIACOMO VACCARI
Regista televisivo ormai dimenticato, Giacomo Vaccari, prima di scomparire prematuramente, diresse alcuni interessanti sceneggiati. Sarebbero degne di attenzione anche le sue riduzioni televisive, forme embrionali degli sceneggiati veri e propri che, purtroppo, sono perlopiù molto difficili, se non impossibili, da reperire. In ogni caso, anche l'esiguo materiale a disposizione merita di essere preso in considerazione per una visione che regala esiti anche sorprendenti.